Il blocco dello scrittore: l'incubo di ogni autore, la spina nel fianco per tutti quelli che si dilettano nella scrittura.
In molti blog e gruppi social che seguo spunta spesso questa domanda: "Come fate a superare il blocco dello scrittore" ed è molto interessante leggere delle soluzioni altrui, che variano dall'ascoltare la musica sentimentale di Ed Sheeran o restare muti, nell'assoluta pace, a osservare la pagina bianca in attesa del miracolo.
Ma siamo davvero convinti che bisogna sforzarsi tanto per risolvere il blocco dello scrittore? Forse bisognerebbe aspettare, perché per quanto mi riguarda io lo considero un "Blocco dei personaggi", ovviamente di quelli che fanno parte del romanzo/one shot o qualunque altra cosa stiate scrivendo.
Ritengo che uno scrittore sia una persona privilegiata che ascolta i sussurri di chi vuol raccontare loro qualcosa. Noi ci mettiamo lì, con l'orecchio teso per cogliere ogni sfaccettatura di una storia. Scopriamo piano piano che chi ci narra la propria vita si chiama Laura, Giulia, Cher, Mary, Susy, Finn, Marco, Antony, che ha degli amici, un padre, una madre, un amore segreto, che ha viaggiato in universi alternativi.
E noi siamo posizionati davanti al pc, le pagine bianche si riempiono velocemente, battiamo su quei tasti come degli ossessi; prendiamo un quaderno e cominciamo a fare scalette, a decidere il finale, nonostante la nostra Laura, Giulia, Cher non abbia ancora terminato il suo racconto.
Proseguiamo per la nostra strada, per i nostri schemi, la voce che riecheggia nella nostra mente resta zitta, tutto tace, le pagine restano bianche, i nostri schemi si rivelano fallaci. Eccolo qui: il blocco del personaggio.
Abbiamo perso la fiducia della vocina, di quella persona immaginaria che ci ha scelti, che ha deciso di raccontare proprio a noi la sua storia, che si è gettata a capofitto nelle nostre menti, sperando di veder prendere vita la propria storia grazie alle nostre parole.
Questo è l'esatto momento in cui ci blocchiamo, ma non siamo noi a fermarci, sono loro.
E succede anche quando di schemi e scalette non ne abbiamo, succede anche quando -forse- siamo troppo stressati, impegnati con altro, con la testa fra le nuvole per cogliere le parole del loro racconto e dargli importanza.
E forse, sotto sotto, tutte quelle pseudo-soluzioni non ci servono mai a granché. Scriviamo, cancelliamo. Ad ogni strofa di Thinking out loud corrisponde una nuova frase per il racconto, che viene immediatamente eliminata.
Restate in attesa. Lasciate che a Giulia, Laura, Cher passi il blocco. Lasciate che prenda fiato, che riacquisti fiducia, che vi trovi pronti per ascoltarla di nuovo.
Date fiducia ai vostri personaggi: torneranno da voi, a raccontare, prima che possiate accorgervene. Restate in ascolto. Cogliete i dettagli del racconto nel vento, nel gelato che mangiate in questo caldo estivo, nella pioggia battente, nelle auto che sfrecciano. I nostri protagonisti sono ovunque e ovunque possono decidere di parlarvi.
Nessuna scaletta, nessuna musica, nessuno schema: solo un taccuino e una penna per accogliere le loro parole in qualsiasi istante.
In molti blog e gruppi social che seguo spunta spesso questa domanda: "Come fate a superare il blocco dello scrittore" ed è molto interessante leggere delle soluzioni altrui, che variano dall'ascoltare la musica sentimentale di Ed Sheeran o restare muti, nell'assoluta pace, a osservare la pagina bianca in attesa del miracolo.
Ma siamo davvero convinti che bisogna sforzarsi tanto per risolvere il blocco dello scrittore? Forse bisognerebbe aspettare, perché per quanto mi riguarda io lo considero un "Blocco dei personaggi", ovviamente di quelli che fanno parte del romanzo/one shot o qualunque altra cosa stiate scrivendo.
Ritengo che uno scrittore sia una persona privilegiata che ascolta i sussurri di chi vuol raccontare loro qualcosa. Noi ci mettiamo lì, con l'orecchio teso per cogliere ogni sfaccettatura di una storia. Scopriamo piano piano che chi ci narra la propria vita si chiama Laura, Giulia, Cher, Mary, Susy, Finn, Marco, Antony, che ha degli amici, un padre, una madre, un amore segreto, che ha viaggiato in universi alternativi.
E noi siamo posizionati davanti al pc, le pagine bianche si riempiono velocemente, battiamo su quei tasti come degli ossessi; prendiamo un quaderno e cominciamo a fare scalette, a decidere il finale, nonostante la nostra Laura, Giulia, Cher non abbia ancora terminato il suo racconto.
Proseguiamo per la nostra strada, per i nostri schemi, la voce che riecheggia nella nostra mente resta zitta, tutto tace, le pagine restano bianche, i nostri schemi si rivelano fallaci. Eccolo qui: il blocco del personaggio.
Abbiamo perso la fiducia della vocina, di quella persona immaginaria che ci ha scelti, che ha deciso di raccontare proprio a noi la sua storia, che si è gettata a capofitto nelle nostre menti, sperando di veder prendere vita la propria storia grazie alle nostre parole.
Questo è l'esatto momento in cui ci blocchiamo, ma non siamo noi a fermarci, sono loro.
E succede anche quando di schemi e scalette non ne abbiamo, succede anche quando -forse- siamo troppo stressati, impegnati con altro, con la testa fra le nuvole per cogliere le parole del loro racconto e dargli importanza.
E forse, sotto sotto, tutte quelle pseudo-soluzioni non ci servono mai a granché. Scriviamo, cancelliamo. Ad ogni strofa di Thinking out loud corrisponde una nuova frase per il racconto, che viene immediatamente eliminata.
Restate in attesa. Lasciate che a Giulia, Laura, Cher passi il blocco. Lasciate che prenda fiato, che riacquisti fiducia, che vi trovi pronti per ascoltarla di nuovo.
Date fiducia ai vostri personaggi: torneranno da voi, a raccontare, prima che possiate accorgervene. Restate in ascolto. Cogliete i dettagli del racconto nel vento, nel gelato che mangiate in questo caldo estivo, nella pioggia battente, nelle auto che sfrecciano. I nostri protagonisti sono ovunque e ovunque possono decidere di parlarvi.
Nessuna scaletta, nessuna musica, nessuno schema: solo un taccuino e una penna per accogliere le loro parole in qualsiasi istante.
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