Sei lì, seduta alla tua scrivania, con la tua bella pagina word bianca, candida, in attesta di essere sporcata con le mille parole che hai in mente.
Eccola: la storia perfetta si fa spazio nei meandri della tua fantasia. Cominci a descrivere i personaggi, a caratterizzarli, a immetterli nella loro strada e poi... ti fermi.
"Oh, no: quanti cliché!" esclami tra te e te, sprofondando in un tremendo sconforto. Cominci a pensare di non valere niente come autore, perché la tua fantasia non è per nulla fantastica; ti rifugi sul tuo lettino con il naso affondato tra le pagine dell'ennesimo libro da leggere. E te ne accorgi: confrontandolo con tutti gli altri libri che hai letto, noti tutti quei luoghi comuni, tutte quelle frase fatte, quelle descrizioni che sembrano ripetersi di romanzo in romanzo.
Esattamente in quel momento arriva l'illuminazione: gli scrittori narrano vicende di vita e la vita è piena di cliché.
Così decidi di studiare meglio questa situazione tanto discussa e polemizzata: prendi un bloc-notes e appunti tutte le banalità che ti succedono nella vita che, in letteratura, fanno storcere il naso...
- Il mio migliore amico si è innamorato di me: tipico, mi ha rovinato la vita quando me l'ha confessato. L'ho rifiutato, perché mi piaceva il suo migliore amico, che ha rifiutato me. Proprio questo mi fa accorgere di quanto il mio migliore amico sia carino, dolce e perfetto e mi piace. Mi piace davvero! Ma perché non l'ho capito prima!? Lui, però, intanto si è fidanzato. Pazienza: prima o poi tutto si risolverà, lo dicono anche libri, film e serie tv!
- La mia prima cotta è stata un ragazzo stronzo, che mi trattava male. Ho scoperto in seguito che la sua famiglia aveva dei problemi. Non sapevo di essere la nuova protagonista di After fino a oggi! Insomma, ho sempre saputo che la mia vita fosse magica... però, oh no, aspetta. Non è magica, ma solo piena di cliché. Meglio di niente... Alla fine ci siamo mollati, perché insomma: bisogna pur essere originali in qualcosa e l'amore disturbato non è amore, questo almeno lo so!
- Nel momento ribelle della mia adolescenza ho tinto i capelli, di rosso. Mi sono guardata intorno e... tutte avevano i capelli rossi. Ovunque c'era una chioma di quel colore e nessuna era naturale. Così banale...
Rimugini per un po' su questi tre punti e rifletti sulla vita delle tue amiche. Ad esempio (chiamiamola Clara), sì, Clara si è innamorata di uno di quindici anni più grande di lei o (chiamiamola Lilly) beh, Lilly ha una storia a distanza e lui la tradisce; poi c'è quella che all'università ha trovato un prof giovane e sembra abbiano avuto un flirt, pensa tu... Che grande cliché che è la vita!
Insomma, chi conosce la letteratura classica un po' lo sa. I latini e i greci tendevano a riproporre nei loro racconti le stesse trame, gli stessi personaggi. La Medea? Diciamo che è presente più o meno in tutto il 90% della letteratura greca. Eppure era affascinante vedere come ognuno riuscisse a trasportare se stesso e la propria penna in quegli stereotipi dell'epoca.
Nel 2017, intanto, è stato narrato praticamente tutto.Quindi? Nessuno più dovrebbe scrivere? Il cliché è diventato un reato? No!
Non importa quanto banale possa risultare una storia, bisogna ignorare e prendere un bel respiro. Cioè, scrivere.
-Miriana
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